La Senavra: la chiesa provvisoria

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

Nello scorso articolo abbiamo visto le origini dell'edificio della Senavra, e come da edificio dedicato alla preghiera dei gesuiti esso venne trasformato in manicomio. In questo articolo vedremo la trasformazione inversa, ossia la conversione in chiesa parrocchiale. In particolare ci occuperemo della fase transitoria, ossia della costruzione della chiesa provvisoria, per poi passare nel prossimo articolo alla descrizione dell'edificio attuale.

A partire dalla prima metà dell'Ottocento, il numero dei ricoverati alla Senavra andò aumentando, fino a superare i cinquecento ospiti alla metà del secolo. Per far fronte a questo problema, nel 1865 fu aperto il manicomio di Mombello, che, nato come succursale della Senavra, nel 1878 divenne il manicomio unico della provincia di Milano.

A seguito della chiusura del manicomio (dove, a sentire alcune fonti, Maria Teresa aveva anche rinchiuso alcuni avversari politici...) la Senavra ospitò anche i milanesi anziani che non potevano trovare altra dimora a causa della loro indigenza, ed in seguito, nei grandi cameroni, vennero pure ospitati, in condizioni provvisorie e poco dignitose, i sinistrati che, a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, avevano perso la loro casa.
In maniera analoga, in seguito, e fino agli anni Cinquanta del ventesimo secolo, vi trovarono un tetto anche gli sfrattati.
Lo stato di estremo degrado dei residenti, tuttavia, fece sì che, nel 1958, si pensasse alla trasformazione dell'edificio in grande chiesa, con annesse opere parrocchiali.

La storia della costruzione di una chiesa in questa zona, per favorire gli abitanti della zona di piazza Grandi, era in realtà iniziata nel 1935, per opera dell'allora parroco di Santa Maria del Suffragio, Don Angelo Portaluppi, il quale aveva identificato come utile all'uopo un terreno posto appena ad est dell'antico edificio, sempre sul corso XXII Marzo.
Dopo aver firmato nel 1938 una convenzione con il Comune di Milano, la seconda guerra mondiale aveva rallentato il progetto. Fu allora nel 1955 che Don Portaluppi chiese al Comune di aver la Senavra come sede delle opere parrocchiali, mentre la chiesa sarebbe stata costruita sul terreno libero a lato della stessa.

Motivi di ordine estetico, sollevati dalla sovrintendenza, fecero però cambiare il progetto, che a questo punto prevedeva di ricavare la chiesa all'interno della Senavra stessa, ormai pericolante ed in degrado. Il progetto presentato dall'ingegner Giovanni Maggi fu alla fine approvato dalla sovrintendenza, che però richiese di poter sorvegliare direttamente i lavori.
Nel frattempo venne realizzata, sul terreno ad ovest della Senavra, una chiesa provvisoria, all'interno di un'autorimessa, la cui semplice linea muraria consentiva una decorosa trasformazione in Chiesa Provvisoria.

Poichè a causa di intercorsi impegni Don Portaluppi non poteva più seguire la costruzione della Chiesa provvisoria, la piena responsabilità al proposito fu affidata a Don Giovanni Giarlanzani, che in seguito sarebbe diventato il primo parroco della nuova chiesa, nonchè figura di spicco nella sua storia.
La chiesa provvisoria, su progetto dell'architetto Piero Calori (che ne realizzò anche l'altar maggiore), fu costruita in brevissimo tempo, tanto che già il giorno 8 novembre 1957 essa veniva benedetta solennemente dall'Arcivescovo di Milano Cardinal Montini.

Questa data segnò l'inizio della attività della Vicarìa Curata del Preziosissimo Sangue di Gesù, che fu eretta con decreto arcivescovile il giorno 6 ottobre 1957.
Anche le pratiche col Comune ebbero felice esito e si conclusero il 3 aprile successivo, quando la Giunta Comunale approvò il compromesso di vendita alla Nuova Parrocchia dell'edificio della Senavra, da effettuarsi entro tre anni, e di tutte le aree adiacenti.

Inizia così la storia più recente di questo storico edificio, quella che lo lega ai nostri tempi in qualità di chiesa parrocchiale, e della quale parleremo nel prossimo articolo.